Inizio un nuovo progetto a maglia o all’uncinetto con l’entusiasmo di chi sta per creare un capolavoro.
Prendo i ferri, srotolo il gomitolo, seguo il pattern…
…e dopo dieci minuti mi ritrovo a disfare tutto come Penelope la notte.
Solo che lei lo faceva per strategia, io perché ho sbagliato il sesto punto della seconda riga.
📉 Il ciclo infinito del “faccio e disfo”
- Inizio con gioia: “Questa volta viene perfetto!”
- Sospetto: “Uhm, questo punto sembra un po’ tirato…”
- Negazione: “Ma no, sarà solo la luce!”
- Conferma: “No ok, è un errore. Anzi, sono quattro.”
- Disfata eroica: “Via, si ricomincia. Tanto sono solo 38 righe.”
🧵 La grande illusione del gomitolo eterno
Ho una scatola piena di filati. Alcuni comprati con amore, altri arrivati per vie misteriose.
Eppure, ogni volta che inizio un nuovo lavoro, sento quella vocina dentro che sussurra:
“Secondo me non basta…”
Quella vocina ha sempre torto. Ma è troppo tardi quando lo capisco: a tre giri dalla fine.
🧠 Morale della favola
Sono diventata esperta di patterning, ribbing, tension control e meditazione profonda (mentre disfo per la terza volta una sciarpa lunga 8 cm).
Penelope lo faceva per amore.
Io lo faccio perché non riesco a contare fino a 12 senza distrarmi.
❤️ Ma alla fine…
Disfare è il mio sport preferito.
E ogni volta che ricomincio, lo faccio con un gomitolo un po’ più vissuto, e tanta ironia in più.
Perché si sa:
dietro ogni maglia perfetta… ci sono almeno 3 disastri e una pausa biscotto.
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